ESORDI BABY, COSÌ RANIERI INSEGUE CAPELLO


Minuto 73 del match col CSKA: Claudio Ranieri lo chiama, gli stringe la mano. Vai ragazzo il tuo momento è arrivato: fuori Cerci e spazio a Stefano, maglia 42 sulle spalle al posto del suo sette, quello che indossa in onore di Cristiano Ronaldo .Minuto 80 , una scena analoga dà il la anche all’esordio di Filippo Scardina che, con la casacca 41, rileva Okaka. Poi la rete del centravanti . Una serata indimenticabile per i due baby di De Rossi senior . A compiere il salto di categoria in giallorosso di calciatori ora divenuti famosi, o giù di lì, ne possiamo contare diversi. L’allenatore che nel corso della sua permanenza nella Capitale ha lanciato più giovani del vivaio è stato Capello: ben 14. Molti meno quelli avvenuti nell’era Spalletti, appena 7. Nel 1999/2000, prima stagione romanista di Don Fabio, quattro sono stati gli esordi: l’attaccante greco Lampros Choutos, meteora la cui carriera è stata condizionata da gravi problemi ad un ginocchio, il difensore Maurizio Lanzaro e due centrocampisti: Manuele Blasi e il meno noto Ednilson Rocha Andrade, guineano col passaporto portoghese. Tra coloro che invece sono solo stati convocati solo per un posto in panchina, Amelia, Ferri, Campagnolo, Zamperini, Tulli, Bonanni e D’Agostino. Il lancio di quest’ultimo, trequartista dell’82 ora in forza all’Udinese, è avvenuto un anno più tardi. In quel torneo 2000/01 coinciso con la conquista del terzo scudetto romanista. Campionato in cui il mister di Pieris chiama per una volta anche un certo Daniele De Rossi, in panchina l’8 aprile 2001 a Firenze, nella famosa partita posticipata al lunedì per motivi d’ordine pubblico. Sempre con don Fabio in panchina, la stagione successiva – quella col tricolore “scucito” alla Lazio – DDR festeggia la sua prima presenza tra i gradi. Arriva in Champions League con i belgi dell’Anderlecht. In quel periodo i ragazzi in rampa di lancio non sono in verità moltissimi: nella rosa titolare c’è gente di primissimo livello e per provare l’assalto al bis tricolore il tecnico non se la sente di aggiungere altri giocatori ad un gruppo già consolidato. In compenso, colleziona tre presenze da panchinaro Simone Pepe, attaccante esterno dell’83 che fa faville in Primavera. Che tuttavia sarà ceduto a metà torneo e a Roma, da calciatore romanista, non tornerà più. Tanto da farsi conoscere più tardi con le maglie di Cagliari, Palermo e Udinese, suo attuale club d’appartenenza. Il 2002/03 è invece l’anno dell’esordio nel massimo campionato di altri due prodotti del vivaio di Trigoria che, con la casacca della Roma, hanno completato l’intera trafila giovanile: il difensore Damiano Ferronetti e il centrocampista Alberto Aquilani. Romani, romanisti e finalmente approdati in Serie A al pari di De Rossi che, già ricevuto il battesimo europeo, entra per la prima volta nel tabellino in A. Il 2003/04 segna poi però l’inizio di un periodo di crisi a livello societario che, comunque, permette di salire i n rampa di lancio a ben cinque baby della Primavera: Cerci, Galasso, Corvia, De Martino e Virga , tutti schierati sia in serie A che i n Coppa Italia. In archivio l’era Capello, la stagione 2004/05 è quella della salvezza alla penultima giornata e dei continui cambi di guida tecnica. Tra Del neri e Bruno Conti, salgono alla ribalta Scurto, Greco, Rosi, Marsili e il portiere Curci, promosso addirittura titolare. Pochi invece gli esordi nella quadriennale gestione di Spalletti: tra questi Okaka, che festeggia la sua prima presenza tra i grandi in Coppa Uefa a Salonicco, com’era accaduto più o meno un mese prima agli altri due nigeriani Ajide e Wahab (a Skopjie col Vardar). Più avanti toccherà anche all’attaccante Claudio Della Penna, nella Coppa Italia 2007/08 e, un anno fa, al terzetto formato dall’esterno Crescenzi, oltre al centrocampista romeno Stoian e all’attaccante D’alessandro in campionato. Poi venne l’era Ranieri. Per la gioia di Pettinari, ma di Scardina di più.

fonte: Il Romanista