L’INTERVISTA; ALESSANDRO MALAFRONTE, CHIAMATELO BOMBER


Senso del gol innato, capacità di risolvere la partita con un guizzo negli ultimi minuti, abilità nel far salire la squadra con sponde intelligenti e opportune: tutte caratteristiche che appartengono ad una cerchia ristretta di giocatori, quella dei cosiddetti cannonieri, categoria nella quale Alessandro entra con pieno diritto mettendo sul rettangolo di gioco i fatti chiamati gol. Nato il 5 aprile 1991 a Torre del Greco, in provincia di Napoli, Alessandro è già al quarto anno con la maglia del Catania, un’avventura iniziata con gli Allievi sperimentali e che prosegue attualmente con il secondo anno di Primavera.
D. – Come i tuoi compagni Cuomo e Donnarumma hai raggiunto Catania partendo dalla tua amata Napoli, che bilancio tracciamo di 4 anni in Sicilia?
R. – ‘Molto buono, mi sono integrato subito alla perfezione con i ragazzi e la gente di Catania. La differenza con la mia città natale non è poi così tanta, sto bene ai piedi dell’Etna‘.
D. – Definiamo e facciamo conoscere ai nostri lettori i tuoi punti di forza ed i margini di miglioramento sul rettangolo di gioco…
R. – ‘Il mio punto di forza penso sia il tiro da fuori area, ma anche il colpo di testa e l’elevazione sono due mie apprezzabili caratteristiche. Per il resto c’è sempre tutto da dover migliorare, bisogna allenarsi costantemente e credere in ciò che si fa ogni giorno‘.
D. – Il tuo idolo è napoletano come te, il suo piede preferito, vale a dire il sinistro, è lo stesso usato da te, ed anche lui è il classico bomber…
R. – ‘Vero, mi ispiro moltissimo a Marco Borriello, mi piacciono i suoi movimenti, come protegge palla e come riesce ad arrivare al gol, lo ritengo attualmente il più forte attaccante italiano, un vero campione’.
D. – Parliamo adesso di campionato, quanto è stato fondamentale per te e Donnarumma il rientro accanto a voi, dopo l’infortunio, di Nicastro?
R. – ‘Il rientro di Francesco è stato sicuramente molto importante, ha permesso ad Alfredo di spostarsi leggermente dietro e gli ha dato la possibilità di proporsi per creare superiorità numerica ed effettuare l’ultimo passaggio. Adesso, con questo modulo, noi attaccanti andiamo in rete molto più facilmente, i complimenti vanno anche al mister’.
D. – Sei il classico centravanti, il senso del gol in te è innato, i tifosi e i compagni da te si aspettano sempre reti importanti e decisive, quanto è grossa questa responsabilità?
R. – ‘La responsabilità è tanta, perché secondo il mio modesto parere un gol sbagliato equivale ad un gol subito e per questo cercherò di essere più cinico possibile sotto porta per aiutare la mia squadra a fare risultati importanti‘.
D. – Il tuo carattere è molto forte: pensi di poter modulare e migliorare questo atteggiamento ed alcune espressioni o fa parte del tuo modo di essere?
R. – ‘Sarò sincero, questa domanda mi fa un po’ sorridere… Questo modo di esprimermi in campo fa parte del mio carattere, che cercherò sicuramente di migliorare con il passare del tempo‘.
D. – Quanto ti manca e quanto pensi alla convocazione in prima squadra, pensi di meritarla?
R. – ‘Penso sia normale pensare alla prima squadra, è un sogno che tutti noi coltiviamo. Poi non sta a me decidere se meritarla o meno, l’unica cosa che posso affermare con certezza è che io cerco di dare sempre il massimo, giorno dopo giorno‘.
D. Emozioni, quale pensi sia stata finora la più bella esperienza vissuta in ambito calcistico?
R. – ‘E’ stata certamente la qualificazione agli ottavi di finale con gli Allievi Nazionali contro l’Empoli di due anni fa, un’esperienza fantastica che non dimenticherò così facilmente‘.
D. – Sogno nel cassetto di Alessandro Malafronte?
R. – ‘Magari sarò presuntuoso ma il mio vero sogno è poter indossare un giorno la stupenda maglia numero 9 della Nazionale Italiana, darei tutto affinché tutto questo un giorno possa diventare realtà‘.
D. – Al momento hai realizzato nove reti in campionato, è chiaro che punti a finire ben oltre la doppia cifra, quale secondo te è il gol più bello e quale quello più importante?
R. – ‘Il gol più bello penso sia stato quello contro il Palermo, mentre il più importante sicuramente quello di Frosinone, che ci ha portati al quinto posto‘.
D. – Nelle prime 6 partite avete perso 4 volte, poi dalla settima in poi avete cominciato a volare, è cambiato di più l’aspetto psicologico o quello tattico?
R. – ‘L’aspetto psicologico ha avuto un cambiamento radicale, mentre quello tattico non ha subito particolari trasformazioni, semplicemente ci siamo ritrovati come gruppo‘.
D. – Sabato in trasferta c’è la concreta possibilità di allungare sulla quarta, che partita sarà contro il Gallipoli?
R. – ‘Sarà sicuramente una partita molto difficile, sono certo che il Gallipoli cercherà di riscattare il risultato dell’andata, e la classifica per adesso non dobbiamo guardarla‘.
D. – Il Catania può superare il Palermo in classifica alla fine del campionato? E fin dove pensi possiate arrivare?
R. – ‘Certo che possiamo superare il Palermo, anche perché mancano sette partite e siamo solo a -4 da loro. Penso che la qualificazione agli ottavi arriverà e sono sicuro che passeremo il turno, stavolta. Voglio sbilanciarmi, io e la squadra ce la metteremo tutta per conquistare lo scudetto perché abbiamo tutti i mezzi per farlo‘.
D. – Quanto ti aiuta mister Amura nel quotidiano e che consigli importanti ti dà?
R. – ‘Il mister Amura è una persona fantastica e oltretutto è campano come me. Mi aiuta molto riguardo l’alimentazione, in campo ma anche nella vita di tutti i giorni‘.
D. – Pregi e difetti del numero 9 del Catania:
R. – ‘Difetti? Tanti, forse però quello che più mi penalizza è l’essere abbastanza permaloso. Riguardo ai pregi mi reputo una persona disponibile e sempre pronto ad aiutare gli altri, soprattutto se sono veri e fidati amici ‘.
D. – Come impieghi il tuo tempo libero quando non giochi a pallone?
R. – ‘Il mio hobby è solo il calcio, che amo praticare anche durante il tempo libero. Un po’ di tempo va ovviamente anche alla mia ragazza, che mi accompagna da circa due anni e colgo l’occasione per salutarla e dirle che la amo tanto‘.
D. – Hai un soprannome?
R. – ‘Alcuni miei amici mi chiamano Bomber, il significato lo dice la parola stessa, mi rende molto orgoglioso‘.
D. – Preferiresti un’esperienza in panchina in una grande squadra o titolare in una piccola squadra?
R. – ‘Sicuramente titolare in una piccola squadra per poter dimostrare le mie capacità, in una grande squadra vorrei arrivarci come protagonista, ma ovviamente lo dovrò meritare sul campo‘.
D. – Chiudiamo con un saluto ai tifosi del Catania e una dedica libera…
R. – ‘Un saluto a tutti i tifosi rossazzurri e non preoccupatevi, la salvezza è vicina! Vorrei salutare la mia famiglia, soprattutto mio padre che non smette mai di credere in me. Gli ultimi saluti vanno a zio Piero e a zio Luigi‘.
Se il Catania punta in alto e si trova al terzo posto buona parte del merito va allo “scugnizzo napoletano” con la maglia numero 9, che con le sue reti e le sue prestazioni sta facendo volare l’elefante verso traguardi inaspettati. Combattente nel rettangolo verde quanto timido fuori dai campi di calcio, dietro la corazza da duro sparviero si cela un ragazzo umile e determinato, pronto entro pochi anni al grande salto nel mondo difficile del professionismo. Il suo soprannome la dice lunga, dal “Malaka” al “Mala”, unico denominatore comune: bomber!