IL PARMENSE ALESSANDRO VECCHI CONVOCATO IN NAZIONALE UNDER 19


L`Italia Under 19, capolista del suo girone nella prima fase di qualificazione al Campionato Europeo, si prepara al turno Elite in programma in Francia il prossimo marzo. Il difensore crociato ha fatto tutta la trafila nelle giovanili del Parma e milita nella formazione allenata da mister Tiziano De Patre da due anni.
D. – Alessandro, i tuoi primi calci al pallone?
R. – “I miei genitori raccontano che sin da quando ero piccolissimo avevo sempre la palla tra i piedi. Sono nato a Guastalla e ricordo che andavo sulle rive del Po a giocare con gli amici. Ho iniziato a cinque anni e ad undici sono venuto qui per indossare i colori del Parma. Quell’anno insieme a me sono arrivati anche Galassi, Margini, Frediani, Terranova e Pisseri”.
D. – Parliamo del gruppo. Che aria si respira nello spogliatoio?
R. – “Siamo un bel gruppo, giovane e con una gran voglia di fare bene. In un team il successo è merito di tutti ed abbiamo la fortuna di essere molto affiatati anche fuori dal campo. Abbiamo i presupposti per conquistare gli obiettivi che ci siamo posti”.
D. – Quale  meta vi siete prefissati per questa stagione sportiva?
R. – “Puntiamo alle fasi finali di Campionato, vogliamo disputare i play off. I traguardi si raggiungono grazie al lavoro di tutti, dall’allenatore alla società, ai giocatori. La squadra è competitiva ma nuova rispetto all’ anno scorso, dobbiamo quindi migliorare e consolidare l’amalgama per raggiungere continuità di risultato. Siamo stati penalizzati da alcuni infortuni e le soste di Campionato  hanno spezzato un po’ il ritmo. Esprimiamo un bel gioco ma dobbiamo concretizzare di più. Credo che la classifica attuale non rispecchi i valori della squadra. Sabato giochiamo a Piacenza e riuscire a portare a casa il risultato farebbe bene al morale”.  
D. – Le motivazioni nel calcio sono fondamentali.  Quest’ anno indossi spesso la fascia di capitano, quali responsabilità comporta?
R. – “E’ una grande opportunità di crescita sia calcistica che morale perché devi sempre essere un esempio dentro e fuori dal rettangolo di gioco. Sono un capitano di poche parole che preferisce dimostrare con i gesti. Credo che un leader debba comunicare soprattutto con gli atteggiamenti e spesso in campo vale più uno sguardo che mille discorsi”.
D. – Parliamo di calcio giocato. Il tuo ruolo?
R. – “Sono un terzino sinistro ma quest’anno in Campionato mister Tiziano De Patre mi sta utilizzando anche come centrale E’ un ruolo che sto imparando, in cui mi trovo bene e che mi viene naturale per le mie caratteristiche fisiche. Fare il centrale richiede un lavoro più mentale che fisico ed una grande concentrazione. Invece nelle diverse convocazioni per le giovanili nazionali sono sempre schierato terzino”.
D. – Cosa significa essere convocato in Nazionale?
R. – “E’ una grandissima soddisfazione. Ritengo che indossare la maglia azzurra abbia un significato particolare per qualsiasi atleta ed in qualsiasi disciplina sportiva. Si tratta di un`esperienza importante che certifica come il percorso intrapreso sia quello giusto e al tempo stesso rappresenta uno stimolo per migliorare. Mister Piscedda per questo ritiro ha chiamato anche dei ragazzi nuovi, classe 1992, reduci dai Mondiali disputati in Nigeria, e il confronto con loro significa un momento di crescita ulteriore”.
D. – Cosa vedi nel tuo futuro?
R. – “Ognuno ha le proprie attitudini e deve seguire il suo cammino con tenacia e convinzione. Amo il calcio e la mia aspirazione è quella di approdare nei professionisti”.