ITALIA: QUANDO IL GOAL E’ MULTIETNICO

Addirittura nel comune di Novi di Modena è successo che il numero dei neonati extracomunitari ha superato quello dei neonati italiani. Inevitabile, quasi come una logica conseguenza, è che anche nello sport più amato nel nostro paese, il calcio, lo straniero rappresenti il 51,5% dei calciatori fino ad ora utilizzati. I dati si riferiscono alla Serie A dove, nell’attuale campionato, fino alla quarta giornata sono stati utilizzati 373 giocatori, di cui ben 192 stranieri e 181 italiani, tenendo anche presente che la massima serie quest’anno si è arricchita di ulteriori 72 nuovi calciatori tra europei ed extra europei. In questa interessante statistica un altro dato che emerge è il numero dei goal di marca straniera fino ad ora realizzato: 57 su 100, dei quali 12 sono stati segnati dalle new entry come i laziali Klose e Cissè, il palermitano Zahavi, l’atalantino Moralez, lo juventino Vidal, il romanista Osvaldo ed i cagliaritani El Kabir e Thiago Ribeiro. Controcorrente viaggia, invece, l’italiana” Atalanta: sui diciotto giocatori fino ad ora schierati soltanto quattro sono stranieri ma, delle sette marcature realizzate ben sei sono di marca estera. La più straniera è invece la “multirazziale” Inter: sui venti calciatori messi in campo fino alla quarta giornata, 18 sono stranieri.
Tra le più “italiane” del nostro campionato vanno menzionate il Siena con 5 stranieri su 21 calciatori schierati, la Juventus con 13 su 18, il Milan con 13 su 22. Senza poi dimenticare il Parma ed il Bologna che nei loro tabellini hanno visto solo marcature italiche. Un dato importante è comunque il fatto che dalla stagione 2003/2004 la classifica dei marcatori soltanto una volta non ha parlato italiano, nel 2008/2009, quando Ibrahimovic si impose realizzando 25 goal. Da tutto ciò emergono una serie di considerazioni, positive e negative. Prima su tutte c’è il fatto che lo sport, e nel caso specifico il calcio, non pone limiti di nessun tipo razziale. I calciatori, qualunque sia la loro etnia, sono liberi di giocare in qualsiasi squadra, in qualsiasi nazione, in qualsiasi continente. Nei team e nei campionati in cui militano portano innovazioni, fantasie ed arricchiscono le società di quel valore tecnico che ad alcune serve per confermarsi e ad altre per fare un ulteriore salto di qualità. Ma non è tutto oro quello che luccica.
Molte volte si prendono dei grossi abbagli, molte volte si spendono cifre esagerate per calciatori che non valgono assolutamente la somma spesa o il valore tecnico per il quale sono stati “arruolati”. In tal modo ne soffrono i bilanci delle società e ci si scontra con il malumore dei tifosi. Ma ne viene danneggiato soprattutto il settore giovanile, che così viene trascurato e non valorizzato come dovrebbe essere. Ed è qui che ci si rivolge agli addetti ai lavori affinchè siano fatte scelte più oculate, ma soprattutto che ci sia più considerazione verso quel settore giovanile, vero patrimonio calcistico italiano.

Francesco Mancuso