UMBERTO CIRNIGLIARO; PROFESSIONE NUMERO 1 (DEL CATANIA)


Addirittura anche l’attaccante può fallire un gol già fatto, ma se un portiere effettua un intervento maldestro piovono immediatamente le critiche e si aprono i processi: ecco perchè per scegliere questa carriera calcistica bisogna essere anche un po’ incoscienti e coraggiosi. Da sempre infatti il portiere è definito lo “spericolato” della squadra, in quanto senza paura e senza esitazione deve essere pronto ad affrontare gli avversari che si presentano nella propria area. Nella Primavera del Catania si distingue nel ruolo Umberto Cirnigliaro, nato il 20 settembre 1991 a Catania. Da sei anni gioca nella squadra dell’Elefante, ha effettuato tutta la trafila giovanile iniziando dai Giovanissimi, proseguendo con gli Allievi e concludendo il ciclo, attualmente, in Primavera.
D. – Dove hai iniziato a giocare a pallone, da bambino?
R. – ‘Ho cominciato con la Pegaso 2000, piccola squadra di Motta S. Anastasia, già all’età di 11 anni giocavo sempre con i più grandi’.
D. – Ogni portiere che si rispetti ha un punto di forza nel rettangolo di gioco, quale ritieni possa essere il tuo ?
R. – ‘Sicuramente la freddezza e l’istinto nel parare i calci di rigore, è un po’ una mia caratteristica’.
D. – E in cosa pensi di dover migliorare invece?
R. – ‘Probabilmente nella concentrazione, spesso non riesco a tenerla per tutti i 90 minuti di gioco, è un po’ un mio limite attuale ma sono già nella fase di miglioramento’.
D. – Ancora non conosciamo il tuo idolo, a quale calciatore ti ispiri ?
R. – ‘Da piccolo sono cresciuto con il mito di Angelo Peruzzi, adesso mi rispecchio molto, anche se nelle giuste proporzioni, in Sebastien Frey della Fiorentina, che ritengo davvero fortissimo’.
D. – Ci racconti la tua partita più bella ?
R. – ‘Risale allo scorso campionato, Bari-Catania, in quella sfida riuscii a parare 3 calci di rigore e portammo a casa i 3 punti, 0-1. Ricordo anche a chi li neutralizzai, due li parai a Perez e uno a Infimo’.
D. – Nella Primavera non sempre giochi titolare, spesso viene utilizzato il terzo portiere della prima squadra Kosicky, che rapporto hai con lui, come vivi questa concorrenza?
R. – ‘La vivo benissimo, Tomas è un ragazzo splendido, probabilmente il migliore che abbia mai conosciuto in questo ambiente. Certo un po’ ci resto male se non scendo in campo, ma sono scelte dettate dalla società e anche queste aiutano a crescere’.
D. – Quanto pensi alla convocazione in prima squadra ?
R. – ‘Ci penso abbastanza, spesso sono stato ad allenarmi con loro a Massannunziata, e ogni volta che vengo chiamato spero sempre in una possibile convocazione, spero arrivi un giorno, sarebbe un premio davvero fantastico’.
D. – Quindi conosci i ragazzi della prima squadra, con chi hai un bel rapporto? ‘Con Kosicky, come ho già detto prima; ho legato molto anche con Orazio Russo e Federico Moretti, ragazzi straordinari. Ma ho un bel rapporto anche con tutti gli altri’.
D. – Sogno nel cassetto?
R. – ‘Dai, ti dico questo, esordire al Massimino nel derby con il Palermo e parare un rigore al 93’ a Miccoli sul risultato di 1-0, un bel sogno vero?’.
D. – Molti tuoi amici sognano un’avventura professionale all’estero, tu ci pensi?
R. – ‘Sì, sono anche io un patito di Premier League, a mio parere è il campionato più bello del mondo, ma voglio restare a Catania, è la mia città’.
D. – Durante gli allenamenti quanti consigli ti dà il mister Amura ?
R. – ‘Abbastanza, spesso mi chiama anche in disparte per parlare da soli. Chi però mi dà più consigli durante l’allenamento è mister Di Muro, è una persona seria e preparata, se ho una notevole crescita lo devo sicuramente a lui’.
D. – Parliamo dell’Umberto ragazzo e del suo carattere, quali sono i tuoi pregi e i tuoi difetti ?
R. – ‘Il mio peggior difetto è quello di non ascoltare gli altri, spesso faccio di testa mia, e molte volte non sempre faccio la scelta migliore. Un mio pregio? Riesco a farmi apprezzare un po’ da tutti, sono abbastanza tranquillo fuori dal campo’.
D. – A parte le partite e gli allenamenti, come impieghi il tuo tempo libero ?
R. – ‘Principalmente studio, sto prendendo il diploma al Valdisavoia, sono fidanzato da due anni e mi piace uscire con la mia ragazza e gli amici, praticamente non sono quasi mai a casa’.
D. – Non ti abbiamo ancora fatto una domanda abbastanza particolare, la tua squadra del cuore qual è ?
R. – ‘Ne ho due, amo il Catania e l’Inter, sono cresciuto con il mito di Ronaldo e Pagliuca’.
D. – Concludiamo con un saluto ai tifosi del Catania ed una dedica libera :
R. – ‘Auguro a tutti i tifosi del Catania di poter festeggiare la salvezza questa estate, io ne sono convinto, ce la faremo. La dedica la faccio nell’ambito calcistico, e va a mister Pulvirenti, devo moltissimo a lui se oggi sono arrivato alle soglie della prima squadra’.
Genio e sregolatezza, il ruolo dell’estremo difensore è per antonomasia il più pazzo, chi non ricorda il celeberrimo Higuita, lo spericolato Campos o il bomber Chilavert? La follia e il talento messi insieme a difendere una porta di calcio, magia del più bel gioco del mondo. La nostra nazione è stata sempre una scuola di campioni tra i pali, fino a Buffon. Tutti nomi eccezionali, tutti portieri di spessore, che svolgono e hanno svolto la stessa professione che Umberto si appresta a percorrere nella sua vita lavorativa, la professione “numero uno” del calcio .