BIMBO SCHIAFFEGGIATO IN CAMPO. QUANDO IL PROBLEMA SONO GLI ADULTI

Ti chiedi infatti come sia possibile che un genitore, educatore della crescita dei più piccoli, possa invece esserne il maggiore contestatore. Quando una partita di calcio tra bimbi di 10-12 anni diventa episodio di violenza gratuita, non solo verbale, verso coloro i quali su un campo di calcio hanno l’unico obbligo di divertirsi è ormai chiaro che si sono raggiunti livelli tali di egoismo per i quali in molti casi (non in tutti, per fortuna) la felicità dei figli debba passare per quella dei genitori.
Perché è di questo che si parla nell’articolo apparso ieri su Repubblica.it, della felicità che un papà e una mamma avrebbero provato se il figlio avesse segnato la rete della vittoria per la propria squadra. Senza chiedersi, presumiamo, se al figlio fosse importato allo stesso modo.
E’ successo durante un torneo riservato alle categorie Primi Calci, Pulcini, Esordienti e Giovanissimi, la Junior Cup, disputato in Puglia la scorsa estate in cui alla fine di una gara una coppia di genitori ha “accusato” un compagno di squadra del figlio di non avergli passato la palla e quindi aver procurato con la sua “scarsa prestazione” la sconfitta della squadra in cui giocavano i due bambini. Dalle parole sono passati ai “fatti”: la mamma lo ha strattonato, il padre addirittura lo ha schiaffeggiato. L’episodio potrebbe finire ora in Tribunale dopo la denuncia formalizzata dai genitori del bimbo schiaffeggiato la cui condizione refertata dai sanitari del pronto soccorso dopo l’accaduto è stata di una prognosi di due giorni.
L’augurio è che a questo brutto episodio non ne seguano altri e che il bimbo “incriminato” possa dimenticare in fretta questa triste avventura e credere ancora negli adulti.

Francesca Nigro