ERBA NATURALE RINFORZATA, IL FUTURO VERDE PER I CAMPI DI CALCIO


Lo sviluppo iniziato nel 2001 attraverso lo studio e poi l’omologazione di campi in erba artificiale ha portato la LND ad allargare ancor più lo spettro della ricerca nel settore dell’impiantistica tenendo sempre presente l’obiettivo principale: migliorare la pratica calcistica in qualsiasi condizione atmosferica ed in massima sicurezza. Con questo obiettivo, a seguito di accurate ricerche condotte dalla Lega Nazionale Dilettanti (Commissione Impianti Sportivi in Erba Artificiale), in collaborazione con l’Università degli Studi di Pisa – CeRTES (Centro di Ricerche Tappeti Erbosi) ed i docenti dell’Università di Pavia Prof. Mauro Testa e Prof. Ing. Remo Lombardi (entrambi ricercatori biomeccanici) si è giunti alla realizzazione di un tappeto in erba naturale rinforzata, che si basa sul far convivere un manto in erba naturale su di un manto in erba artificiale. Questo speciale manto, infatti, nel rispetto delle norme ambientali, utilizza erba sintetica con un intaso composto da fibre organiche di origine vegetale che permettono risposte tecniche sostanzialmente uguali all’erba naturale e che consentono la crescita proprio del manto in erba naturale. L’atleta che utilizza questo speciale manto lavora su un campo in erba totalmente naturale, rinforzato, però, dal manto artificiale. E di questo oggi si è parlato nel convegno moderato da Massimo Caputi e organizzato presso la sala conferenze del Salaria Sport Village dall’azienda di media management DMTC, in collaborazione e con il patrocinio della Figc-Lega Nazionale Dilettanti, dal titolo “Erba naturale rinforzata: il futuro del calcio in Italia?”, al quale hanno partecipato i vertici del calcio italiano, a cominciare dal presidente della Figc Giancarlo Abete: “Il Consiglio Federale ha riconosciuto l’importanza del lavoro svolto dalla LND e per questo ha deciso di gestire il settore dell’erba artificiale utilizzando le sue forze e la sua competenza. Il problema dell’impiantistica è molto sentito dal sistema calcio: non è un caso infatti che da quest’anno verrà rilasciata una licenza ai club professionistici. Per ottenerla non si terrà conto soltanto di criteri amministrativi e finanziari, ma anche strutturali ed organizzativi. L’impianto ritrova la sua centralità, da qui la necessità di un terreno da gioco idoneo”. Il presidente federale ha poi sottolineato come molte competizioni importanti organizzate sotto l’egida della FIGC e della LND già si svolgano completamente su campi in erba artificiale, come nel caso del Roma Caput Mundi (dal 20 al 27 febbraio su 12 campi della provincia di Roma, tutti sintetici), proprio a voler segnare il solco tra un’epoca in cui l’impiantistica era quasi dimenticata mentre ora, anche grazie alla futura approvazione della famosa legge sugli stadi potrà trovare una nuova centralità. Prima di lui aveva introdotto la serie di interventi il numero uno della Lega Nazionale Dilettanti, Carlo Tavecchio, al quale lo scorso giugno il Consiglio Federale ha delegato di seguire la materia per conto della Figc, e che ha iniziato con il ricordare dal principio l’ormai decennale impegno in questo campo: “La LND non ha mai pensato che l’erba artificiale fosse l’alternativa a quella naturale – ha precisato Tavecchio nell’intervento che ha aperto i lavori del convegno – però è sicuramente una soluzione al problema degli impianti che affligge il nostro paese. Sui campi dei dilettanti si giocano anche venticinque gare a settimana: era necessario trovare delle risposte a questa emergenza; senza contare che prima del nostro interesse a questo ambito, l’Italia era totalmente assente da questo mercato”. Poi però Tavecchio è entrato nel vivo dell’erba naturale rinforzata: “Grazie all’impegno della Lega Nazionale Dilettanti è stato possibile raggiungere importanti risultati nel campo della ricerca a servizio dei campi di gioco. Questa nuova tecnologia costituisce un eccellente traguardo dal raggiungimento del quale ne potrà beneficiare tutto il calcio italiano; un prodotto, tra l’altro, più alla portata dei professionisti che dei dilettanti”. Sotto l’occhio del ciclone in modo particolare non si è tirato indietro nemmeno il presidente della Lega Calcio Maurizio Beretta che ha offerto la sua visione su questa problematica: “Ci sono tutti i presupposti per trovare una soluzione al problema dei campi in Italia – ha osservato Maurizio Beretta, presidente della Lega Calcio – la legge sugli stadi è al vaglio del Parlamento e mi auguro che possa trovare realizzazione in tempi ragionevoli, senza dimenticare che è necessario avviare un progetto organico che porti alla costruzione di impianti di proprietà dei club. Molti problemi nascono infatti dai contrasti tra le amministrazioni e le società, che non sono titolari degli impianti dove si disputano le partite”.
Tecnologia ed innovazione, come è stato ampiamente approfondito dagli interventi del prof. Volterrani, del Prof. Testa, il quale ha sottolineato come le risultanze biomeccaniche sono state tutte più che soddisfacenti, e dal Direttore Generale di Limonta Sport Italia, Roberto Nusca, proiettano i manti erbosi in una nuova dimensione, in grado, molto probabilmente, di superare anche perniciose diffidenze che non sono più al passo con i tempi. A confermarlo è intervenuto il presidente degli Allenatori italiani Renzo Ulivieri: “Abbiamo valutato attentamente la qualità dei campi in erba artificiale, i riscontri sono stati molto positivi. Devo ammettere che all’inizio da parte di giocatori e tecnici c’era dello scetticismo al riguardo; mi auguro che i benefici ottenuti con gli ultimi ritrovati possano estendersi anche al calcio minore”. Altra autorevole testimonianza è stata quella del vice presidente federale Demetrio Albertini, il quale da giocatore ha calcato i terreni di gioco dei più importanti stadi d’Europa e del mondo sottolineando quanto sia condizionante per lo spettacolo le perfette condizioni del rettangolo vedere. “I campi sono come i calciatori: hanno bisogno di riposo – ha chiosato l’ex stella del Milan e della nazionale italiana, che per l’occasione si è spogliato delle vesti di vice presidente federale per dare la sua testimonianza di atleta – se pensiamo che l’UEFA per una finale di Champions League richiede il mancato utilizzo del prato per almeno dieci giorni prima dell’evento, dobbiamo riflettere sulla necessità di crescere nella cultura sportiva, che passa anche per la cura dell’impianto. Un terreno in buone condizioni migliora il talento e favorisce il gioco offensivo: due elementi su cui è fondamentale investire per la crescita del calcio e per garantire lo spettacolo; solo su campi migliori può nascere un gioco migliore”. A seguire è stata la volta di esperti della comunicazione quali Luigi Ferrajolo (presidente Ussi) e Marco Mazzocchi (capo del calcio Rai Sport) che non hanno risparmiato critiche ai maggiori club italiani per la poca cultura in termini di impiantistica che penalizza in primis lo spettacolo e quindi anche la passione di milione di tifosi.
Questo speciale manto, che assicura una superficie omogenea ed ottime prestazioni sul piano tecnico, presenta anche un’eccezionale resistenza all’usura. Ciò è stato provato grazie alla sua installazione nel 2007 presso il Centro di Preparazione Olimpica CONI di Tirrenia su un campo di 11 mila metri quadri in cui si cimentano quotidianamente ad alto livello prestazionale atleti dell’accademia Rugby e le nazionali Rugby, oltre a calciatori di club di diverse categorie. Grazie alla risultanze ottenute in questo impianto, all’inizio di questa stagione è stato inaugurato lo Stadio Serravalle di San Marino che rappresenta il primo campo da gioco per partite ufficiali realizzato con l’innovativo prodotto, definito dai massimi organi federali internazionali “manto in erba naturale rinforzato”. Sul terreno sammarinese si è addirittura giocata una gara di qualificazione ai prossimi Mondiali sudafricani, San Marino-Slovenia, con ottime impressioni sia da parte dei protagonisti in campo sia dei dirigenti Fifa. Tale esperienza è stata confermata dalla viva voce del presidente sammarinese Giorgio Crescentini che è intervenuto proprio per spiegare i motivi per i quali la Federazione del Titano ha adottato questo manto rivoluzionario.

L’impegno della LND nel settore impiantistica – L’impegno della Lega Nazionale Dilettanti nel settore dell’impiantistica si inquadra in un percorso ormai decennale che spazia a 360°: dal miglioramento delle condizioni di praticabilità dei terreni di gioco all’abbattimento delle barriere divisorie tra pubblico e campo, dall’offerta alle associate di condizioni favorevoli finalizzate al risparmio di energia ed acqua ad accordi per l’implementazione dell’illuminazione all’interno degli stadi. In particolare, per quanto riguarda l’argomento della praticabilità dei terreni di gioco, la LND ha istituito nel 2001 la Commissione Impianti Sportivi in Erba Artificiale (C.I.S.E.A.), chiamata a sovrintendere i controlli e la regolamentazione dei nuovi impianti, sia in fase preventiva (autorizzazioni per nuovi prodotti per i campi in erba artificiale e verifica degli standard dei materiali) che in fase operativa (autorizzazioni agli impianti costruiti e verifica degli standard messi in atto). Tale Commissione è l’unico ente in Italia deputato all’omologazione degli impianti in erba artificiale (circa 1000) ed al rilascio del “Certificato di abilitazione allo svolgimento dell’attività agonistica ed amatoriale”, e sta collaborando con la Fifa, dopo la valutazione positiva sulle indicazioni contenute nel regolamento LND, molto più restrittive in termini di qualità per la difesa dell’ambiente e della salute dei calciatori, al fine di armonizzare le due regolamentazioni. Parallelamente la Lega Nazionale Dilettanti è impegnata in prima linea nel campo della ricerca affinchè la pratica sui terreni di ultima generazione sia effettuata in massima sicurezza, a tutela dei praticanti e degli appassionati che, giorno dopo giorno, animano i campi dilettantistici di tutto il Paese.