GIORNATA CONTRO IL BULLISMO – INTERVISTA CON BATTISTA ROBERTO PRESIDENTE DEL FOOTBALLITE ADELFIA

ADELFIA (Bari) – Nasce come una necessità perché compito di chi opera nel sociale è proprio quello di aiutare chi potrebbe trovarsi in difficoltà.

Ecco quindi l’evento di domani, nella Giornata contro il bullismo ed il cyber bullismo, organizzata dalla ASD Fottballite Adelfia che affronterà un fenomeno in continua crescita che rende necessario parlarne e operare attivamente per limitare i danni. Noi de ilcalcioonline.it abbiamo incontrato il presidente Roberto Battista rivolgendogli qualche domanda. Ecco cosa ci ha risposto.

D. – Da dove nasce l’idea di dedicare un dibattito contro il bullismo ed il cyber bullismo?
R. “Nasce perché la mia società di calcio si occupa essenzialmente del settore giovanile, di bambini e ragazzi di un’età che va dai 4 ai 16 anni. La tematica del bullismo coinvolge principalmente quella fascia di età per cui noi lavoriamo sul territorio con la continua volontà di dare le giuste informazioni per potersi difendere da questi eventi spiacevoli e garantire quindi una crescita sana. Insieme alla Gens Nova, una associazione che ha nell’avvocato Antonio Maria Lascala il suo presidente e che opera nel territorio nazionale, abbiamo organizzato questa iniziativa essenzialmente per fornire informazioni giuste ad evitare questi gravi problemi”.

D. – In qualità di presidente di una scuola calcio cosa lo ha spinto a prendere una posizione così netta contro questo fenomeno?
R. “Perché comunque si sentono sul territorio vicende di bullismo e quanto altro. Il nostro compito cosi come impartito dalla Federazione è far diventare i nostri ragazzi futuri uomini sani quindi sapere evitare determinate situazioni. La loro prudenza conoscendo i mezzi nell’affrontare problematiche come questa potrebbe renderli più forti nel loro proseguo di vita. Come associazione organizziamo molte di queste iniziative propedeutiche alla sana crescita dei bambini e ragazzi”.

D. – Il bullismo a scuola è un fenomeno di vecchia data; pensa che esista anche nello sport ed in particolare nel mondo del calcio giovanile?
R. “Sicuramente è presente anche nello sport. Gioco forza lo fanno anche le società cercando di creare le giuste situazioni per cui questo brutto fenomeno non si presenti, mettendo a disposizione persone competenti che abbiano informazioni che lo evitino in partenza. Molto importante è la figura dell’educatore che sappia in tempo intervenire e quindi evitare facendo un lavoro con le famiglie. Un lavoro collettivo tra allenatori, educatori, società e famiglie che consenta al bambino di non sentirsi solo”.

D. – Il bullismo è rimasto spesso nascosto, o è stato sottovalutato, parlarne sicuramente aiuta soprattutto chi ne è vittima, cioè i ragazzi indifesi. Noi adulti cosa possiamo fare per aiutare i ragazzi che vengono bullizzati?
R. “Iniziative come queste servono proprio a far venire fuori le situazioni, a far capire che in presenza di questo fenomeno i ragazzi non devono chiudersi in loro stessi rimanendo in silenzio ma devono denunciare, e devono sapere come comportarsi quando si viene bullizzati. Iniziative come la nostra sono dunque necessarie a dare le giuste informazioni di comportamento che consentano quindi di evitare che tutto questo succeda e, quando purtroppo successo, avere il coraggio di denunciare senza paura”.

D. – Lei ritiene che dal calcio giovanile possa arrivare un segnale forte contro questa piaga che costringe i ragazzi più deboli a chiudersi in se stessi e quindi a stare lontano anche da un campo di calcio?
R. “Certo, un ottimo settore giovanile e una buona scuola calcio è quella che avvicina tutti i ragazzi allo sport, indipendentemente dalle doti tecniche che spesso sono privilegiate rispetto al resto. Il calcio è uno sport di gruppo che aiuta a socializzare, quindi anche chi è più chiuso e introverso impara a stare insieme agli altri, a tirar fuori quelle problematiche che possono essere risolte. Non dimentichiamo che spesso l’aiuto arriva dagli altri ed esserci sul territorio è uno stimolo prezioso a far sì che grazie alla nostra presenza ci sia qualche caso di bullismo in meno”.