MONTESCAGLIOSO: IL COMUNE SPEGNE LE LUCI DELLO STADIO E SCATTA LA PROTESTA DELLA LIBERTAS


A seguito dell increscioso episodio consumatosi Martedì 1 Dicembre 2009, quando un tecnico comunale, su ordine degli Amministratori locali, ha provveduto allo spegnimento dell’impianto di illuminazione del Campo Sportivo Comunale giustificando tale atto con il mancato pagamento delle previste somme dovute al Municipio per l’utilizzo della struttura, da parte della Polisportiva Libertas.
Più volte era stato espresso agli Amministratori che la società, al pari delle altri presenti a Montescaglioso, non era in grado di sopperire al pagamento delle somme richieste per comprovata (e più volte esplicitata) mancanza di fondi.

Di fronte a questo grido d’allarme la classe politica che ci governa si è trincerata dietro un laconico “E’ la corte dei conti che ce lo chiede”.

Quello che la Dirigenza, i piccoli calciatori, le loro famiglie e la cittanda intera si chiede è: come mai un organo di garanzia come la rispettabile Corte di Conti non abbia invece nulla da ridire a proposito della concessione a titolo gratuito di locali, bollete enel, bollette gas ad altre realtà associative non sportive, e come mai l’Amministrazione non ha pensato di risparmiare danari spegnendo l’illuminazione di altre realtà (piazze, monumenti, fontane, statue) la cui fruibilità e soprattuto il loro potenziale sociale è palesemente meno importante??

Vi comunichiamo che a tal proposito Giovedi 3 Dicembre alle ore 17:30 presso il Campo Sportivo Comunale tutta la Società (dirigenti, piccoli giocatori, giocatori, simpattizzanti) incontreranno le famiglie e la stampa e chiunque voglia partecipare. Vi invitiamo a partecipare numerosi al fine di sensibilizzare l’Amministrazione pubblica a rivalutare la loro posizione.

COMUNICATO STAMPA
Mi vedo costretto a scrivere e divulgare questo comunicato per commentare ma soprattutto per protestare contro, un gesto a nostro avviso inconsulto che si sta consumando nel nostro paese:
stiamo assistendo all’assassinio dello sport montese!!!!!!

Si, l’Amministrazione Comunale ci chiede di pagare circa 300 euro al mese per l’utilizzo del campo sportivo con annesso impianto d’illuminazione e siccome noi non possiamo pagare…. Ci taglia la luce!!!!

Molte persone, a questo punto potrebbero dire: “ a noi dello sport ci interessa poco”

Ed è qui che si sbagliano!!! Purtroppo!!

Lo sport non è un bene o un semplice interesse solo per chi lo pratica,
lo sport non può essere visto come un mondo dai confini chiusi,
come un compartimento stagno della società,
come una realtà a sè stante.

Lo sport è cultura,
lo sport è educazione
lo sport è salute pubblica
lo sport è senso civico
lo sport è sociale!!!

Mi permetto di citare onorevoli fonti e personalità in una breve escursione sui molteplici ruoli che lo sport assume nella società, e mi scuso se potrò annoiarvi ma vi prego di leggere attentamente perché solo così potrete avere la misura di quanto grave sia il gesto dell’assassinio dello sport montese.

Gaston Mialaret, importante professore onorario francese, in un suo scritto sull’educazione delle nuove generazione dice:

– Lo sport si riferisce ad un sistema di valori che non è incompatibile con il sistema dei valori dell’educazione; ne segnaliamo qui alcune nozioni come il superamento personale, la dialettica dell’individuale e del gruppo in seno alla squadra, la partecipazione ad una realtà sociale che ha le sue regole e che bisogna imparare e applicare in seguito, il sentimento di appartenenza ad una comunità.

– a proposito della concorrenza tra i soggetti, lo sport introduce una componente fondamentale nell’evoluzione e nel funzionamento psicologico dell’individuo e, su questo punto, è un eccellente complemento educativo della scuola come la conosciamo ancora oggi.

– lo sport di squadra è una delle forme più efficaci della socializzazione: ciascuno ha il suo ruolo da giocare, il suo posto e la sua funzione ed è al servizio di tutti; l’individuo si situa in rapporto agli altri, agisce in funzione degli altri ed il suo valore personale è al servizio della collettività;
Non è anche questa una delle finalità essenziali dell’educazione?
sviluppare l’individuo nei suoi componenti individuali e sociali, farne un cittadino che abbia una ricchezza personale da mettere al servizio della società ?

-la squadra deve rispettare un certo numero di regole che bisogna conoscere ed imparare, che bisogna imparare ad applicare; praticare uno sport collettivo vuol dire rispettare le regole del gioco, organizzare la propria condotta e quella della squadra in seno a questo quadro istituzionale di cui si conoscono le frontiere e di cui si devono esplorare tutte le possibilità al fine di sapere dove inizia e finisce la propria libertà. Questo apprendimento della regola è uno degli elementi essenziali dell’evoluzione psicologica e morale dei soggetti

– lo sport consente l’apprendimento di relazioni di solidarietà, di partenariato, di squadra, di complicità subordinate all’esistenza di strategie comuni, di obiettivi condivisi

– Il lavoro in équipe, l’appartenenza ad una squadra sportiva sviluppano un sentimento nuovo di partecipazione ad un organismo che trascende le individualità

– lo sviluppo della attitudine al cambiamento fa parte delle finalità dell’educazione, lo sport è, in questa prospettiva un eccellente mezzo per tradurre nei fatti quotidiani l’apprendimento di queste forme di condotta di cui avrà sempre più bisogno l’uomo del terzo millennio.

Queste non sono parole di uno sportivo!!!
Queste sono parole di un uomo a cui viene dato il compito di scrivere libri sull’educazione dei nostri figli!!

In tutti i Paesi lo sport è stato sempre utilizzato come il miglior metodo di formazione della personalità individuale, di sviluppo delle relazioni interpersonali, della coesione sociale e del lavoro di squadra. L’esperienza italiana è emblematica in questo senso; basti pensare a tutti i calciatori nati e cresciuti sui campetti degli oratori, il cui scopo ultimo era proprio quello di accrescere la mutua comprensione tra ragazzi appartenenti a diverse classi sociali e fungere da veicolo d’integrazione per coloro i quali vivevano in situazioni di disagio. Questo spirito è stato ripreso anche dalle Istituzioni comunitarie già nel 1997, quando, nel quadro dei negoziati relativi al Trattato di Amsterdam, i capi di Stato e di governo hanno affermato la rilevanza sociale dello sport e il ruolo che esso assume nel forgiare l’identità e nel ravvicinare le persone. A ciò si sono aggiunte in seguito l’attribuzione alle attività sportive di cinque funzioni essenziali: educativa, sanitaria, sociale, culturale e ricreativa. Lo sport è quindi entrato a far parte dell’agenda comunitaria quale fattore d’inserimento, di partecipazione alla vita sociale, di tolleranza, di accettazione delle differenze e di rispetto delle regole, soprattutto per i giovani, che ne sono i principali attori e fruitori.
A tal proposito cito un pezzo della Relazione della Commissione, del 10 dicembre 1999, al Consiglio europeo di Helsinki
Lo sport costituisce uno dei settori di attività che riguarda e avvicina maggiormente i cittadini dell’Unione europea, indipendentemente dalla loro età e dalla loro origine sociale.
Circa due milioni di educatori, di istruttori, di volontari dedicano il loro tempo di lavoro o il loro tempo libero all’animazione della vita sportiva. Queste persone svolgono un ruolo fondamentale di educazione e di inserimento sociale in un momento in cui le società si trovano a far fronte a consistenti problemi riguardanti la coesione sociale e l’identità culturale.

• l’Unione europea riconosce il ruolo importante dello sport nella società europea e attribuisce la massima importanza al mantenimento della sua funzione di integrazione sociale, di educazione e di contributo alla sanità pubblica

La dichiarazione sullo sport allegata al Trattato di Amsterdam “sottolinea l’importanza sociale dello sport e in particolare il suo ruolo di promozione dell’identità e di intermediazione fra gli uomini”. Le attività sportive devono pertanto trovare un loro posto nel sistema educativo di ogni Stato membro. I valori che esse rappresentano (parità di opportunità, fair play, solidarietà) devono del pari essere diffusi dalle associazioni sportive che forniscono un contributo decisivo all’educazione e alla formazione dei giovani, nonché alla vita democratica e sociale. Infatti, lo sport è divenuto uno dei fenomeni di massa più importanti all’interno delle nostre società. Raggiungendo tutte le classi sociali e tutti i gruppi d’età della popolazione, lo sport costituisce uno strumento essenziale di integrazione sociale e di educazione.

E cosa potremmo dire della droga e dell’alcool?
Sappiamo tutti che Montescaglioso è ai primi posti per il consumo di bevande alcoliche e sostanze stupefacenti!!!

Bene ecco cosa dicono altri esperti sul rapporto sport-droghe:

L’idea di fondo del libro “I voli dell’Ape”, scritto da Giuliano Bellezza, referente Area diritti e welfare UISP e Francesco Bruni, psicologo e psicoterapeuta sta nell’utilizzo della pratica sportiva in una strategia di lotta alla diffusione della droga
Lo sport viene investito di una funzione fondamentale e di grande responsabilità: riuscire, attraverso la sua pratica, a far riemergere nel ragazzo la volontà di ritrovare se stesso e di riprendere il suo percorso di crescita. La dimensione giocosa dello sport in questo senso prende il sopravvento, come piacere in sè per sè, come “attività di tutti e non soltanto dei campioni”.
Un’occasione per riscoprire le proprie potenzialità e un momento di interazione e di integrazione.
Così si legge nell’introduzione: “I percorsi di uscita dalla devianza che illustriamo in questo libro hanno come elemento comune il ricorso alla pratica sportiva e a iniziative di sport ambientale, attività che propongono opportunità di aggregazione e di costruzione di significati personali, con l’avvio di relazioni positive e non stigmatizzanti per i ragazzi che vivono in condizioni difficili. Nel nostro lavoro abbiamo privilegiato la dimensione sociale dello sport, dove si coniugano gioco, conoscenza del corpo, salute, competizione, amicizia e solidarietà. Ciò comporta impegno e fatica perché porta a misurarsi con il dovere, le soddisfazioni, le sconfitte e le frustrazioni. Sport come fattore protettivo di base nel contrastare il disagio giovanile”.

Si potrebbe continuare a scrivere decine di pagine e citare innumerevoli altre fonti ma questo non è ne un comizio ne un convegno.
Per noi è importante parteciparvi di queste cose per farvi capire il perché noi crediamo nello sport.
Ci crediamo e ci spendiamo per far fare sport alle nuove generazioni, per partecipare dello sport tutti i cittadini!

Ma abbiamo detto queste cose anche perché vogliamo farvi una domanda, ma soprattutto la vogliamo fare all’Amministrazione Comunale:

ve la sentite di mettere sulla bilancia dei tagli alla spesa pubblica lo sport??????

Ma soprattutto: vi sembra possibile che proprio lo sport debba essere la prima vittima dei tagli alla spesa pubblica montese??????

Tutto ciò mentre continuiamo a vedere sprechi (nella fattispecie di energia elettrica e termica) o continuiamo a vedere altre realtà associative a cui, contrariamente, viene concessa a titolo gratuito sede, luce e riscaldamento.
Perché queste non sono soggette alla falsa attenzione per la spesa pubblica dell’Amministrazione Comunale??????

Ci scuseranno ma sono costretto a farne i nomi: AVIS, ASSOCIAZIONE ANTIRACKET, CROCE ROSSA ITALIANA, ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMBATTENTI, PROLOCO, e altre.
Per carità sia fatta salva la loro importanza! ma non ditemi che servono a più gente di quanto serva lo sport (visto che lo sport serve a generazioni intere!!!!) o che possono assumere altrettanta valenza socio-educativa come lo sport.

E permettetemi di rincarare la dose: quando la Giunta ha acceso innumerevoli mutui per le faraoniche opere pubbliche (molte delle quali sicuramente belle ma non proprio necessarie) non conosceva le spese correnti di bilancio quali la fornitura elettrica del campo sportivo, che sono oramai più di 15 anni che funziona?
E perché la giunta nei vari progetti di opere pubbliche ha inserito spettacolari e dispendiosi impianti di illuminazione? Lì non ci sono da pagare bollette ?

Adesso consentitemi di rispondere alla spregevole accusa che viene mossa nei confronti della nostra società ma più spesso nei confronti di tutte le società di calcio presenti sul territorio.
Ci siamo sentiti dire che siamo una realtà a scopo di lucro!
E per questo POSSIAMO PAGARE!

Come ben sapete la quota annuale per ogni ragazzo iscritto alla Scuola Calcio è di 150 euro se singolo e si riduce a 100 euro in caso ci siano più iscritti per nucleo famigliare.

Bene, noi abbiamo una sessantina di ragazzi iscritti e pur ponendo, cosa non vera, che essi provengano da altrettanti nuclei familiari la somma totale che le famiglie versano è di 9000 euro.
In più sono stati venduti una 50ina di abbonamenti che, per 50 euro l’uno, fa 2500 euro; al netto delle trattenute SIEA sono 1750 euro.
In più abbiamo una media di incassi derivanti dalla bigliettazione pari a 100 euro a partita; moltiplicato per 15 partite fanno alti 1500 euro.

Tirando la somma raggiungiamo 12250 euro di entrate.

Vi sembrano parecchie vero?

Passo ora ad una descrizione delle uscite.

La società partecipa a ben 4 campionati provinciali ed 1 regionale i cui costi d’iscrizione ammontano a 5600 euro per il campionato di promozione, 1500 euro per il campionato Juniores, 150 euro per il campionato Allievi, 150 euro per il campionato Giovanissimi, 100 per il campionato Esordienti.

Se guardiamo i calendari con le varie trasferte, (mi sono permesso di fare un sommario calcolo), dobbiamo affrontare più di 5000 km l’anno trasportando ogni volta 20 persone e quindi utilizzando ben 4 mezzi!!
Facendo pochi semplici calcoli vediamo, considerando il consumo kilometrico standard che è fissato in circa 90 centesimi al km fanno ben 4500 euro di spese di locomozione per mezzo!!!!!
Naturalmente non pensiamo nemmeno di mettere a bilancio il costo kilometrico standard ma anche volendo prendere in considerazione un solo quarto di esso raggiungiamo i già citati 4500 euro.

Abbiamo già eguagliato le entrate e non vi ho esposto le di spese di assicurazione, di spese di fornitura palloni, di spese di pratiche federative etc etc.
Per giustizia di cronaca c’è da specificare che l’approvvigionamento delle divise per il giocatori della squadra di Promozione è stata gentilmente offerta dalla Ditta BBC di Nicola Benedetto ma, di contro, le divise per i piccoli calciatori paganti sono state acquistate dal bilancio della Società ed hanno avuto una incidenza di 50 euro cadauno, andando ad infoltire la voci in uscita per un totale di 3000 euro circa. (50 euro moltiplicato 60 bambini)

Come si evince facilmente il bilancio sarebbe già in passivo ed infatti la Società può, di anno in anno, sopravvivere grazie alle spontanee offerte che arrivano dai simpatizzanti e dalle realtà commerciali locali che non smetteremo mai di ringraziare.

Altro che “POSSIAMO PAGARE”!!!!!

I nostri dirigenti, sicuramente al pari di quelli delle altre società, spesso lasciano le loro famiglie per accompagnare i piccoli calciatori, spesso contribuiscono direttamente ad alcune spese urgenti e/o semplicemente spendono volontariamente centinaia di ore l’anno per “mandare avanti la giostra”

E’ chiaro che per quanto vi ho esposto, se la nostra Associazione fosse una realtà commerciale (come alcuni dicono) a quest’ora sarebbe già fallita da un pezzo!
Ma la differenza è proprio questa: per noi il calcio non è commercio!!
Per noi il calcio è servizio sociale!!

Ed è per questo che crediamo che l’Amministrazione Comunale debba rivedere la sua posizione ponendo attenzione a tutti questi fattori che vi ho illustrato.

Noi, purtroppo, non siamo in grado di sopperire alle richieste economiche che il provvedimento amministrativo prevede e non abbiamo altra soluzione, al momento, se non quella di restituire i soldi ai piccoli calciatori, annullare la partecipazione ai vari campionati federali, compreso quello di Promozione e chiudere le nostre attività ludico-educative.

Chiudere e lasciare 100 ragazzi (somma dei piccoli calciatori paganti + i giocatori non paganti) in mezzo alla strada, o alla mercè delle varie consolle di videogiochi.

Perché non riteniamo assolutamente giusto aumentare il gravo sulle famiglie andando ad aumentare la retta annuale!

Se l’Amministrazione Comunale vuole prendersi questa responsabilità… bene…
Che lo faccia!
Ma si ricordi che non dovrà risponderne noi dirigenti…. ma alle 100 famiglie (rappresentate dai nostri piccoli calciatori) e, forse, ad una intera futura generazione che dovrà rinunciare al ruolo socio-educativo e salutare dello sport.

Il Responsabile Relazioni Esterne
POL. LIB. MONTESCAGLIOSO

Matteo SANSONE