LUIGI SEPE: ALLA SCOPERTA DEL PORTIERINO CHE ESORDÌ SENZA PAURA A FIRENZE
Dopo i gioielli Peruzzi, Toldo e Buffon, pronti a raccogliere il testimone dei vari Zoff, Tacconi e Zenga, si erano guadagnati le prime pagine dei giornali i guantoni di Dida, Doni e Julio Cesar, degni eredi di quel Taffarel che, solo nel 1990, spezzava l’autarchia del ruolo in Serie A e faceva da precursore all’ondata di arrivi provenienti dall’estero nel successivo decennio. Pochi talenti, qualche buon elemento e tanti portieri mediocri hanno così tarpato le ali della nouvelle vague nostrana ed i vari Marchetti, Curci, Consigli, Mirante e Viviano sono stati costretti a fare tanta gavetta tra Primavera, cadetteria e panchina, prima di poter recitare un ruolo da protagonisti sul massimo palcoscenico nazionale. Intanto, nell’attesa di scoprire il prossimo Buffon, spunta una nuova generazione di n. 1, nella quale, accanto ai vari Sirigu, Seculin e Fiorillo, un posto di primo piano spetta ad uno dei migliori prodotti del vivaio azzurro: Luigi Sepe.
IL DEBUTTO – Nato l’8 maggio 1991 a Torre del Greco, detto “Topolone” per la sua passione per il formaggio, debutta in Serie A non ancora maggiorenne nel match contro la Fiorentina. Le indecisioni di Navarro ed i guai fisici di Iezzo e Gianello, costringono Reja a lanciarlo nella mischia senza indugi in un periodo delicato per gli azzurri. Il portierino torrese non si scompone, si alza dalla panchina e scende in campo convinto dei propri mezzi. Dopo dieci minuti di ordinaria amministrazione, Gilardino prova a battezzarne il debutto, ma lui si fa trovare pronto a respingere il tocco velenoso della punta di Biella ed a scongiurare il vantaggio dei viola. Sembra un segno premonitore di un futuro imminente, il sogno di un predestinato che diventa realtà. Nella ripresa la Fiorentina passa in vantaggio con Santana e Vitale la riacciuffa grazie alla complicità di Frey, ma la beffarda conclusione di Montolivo piega il Napoli e spezza l’incantesimo di Sepe. La sua agrodolce prestazione, nonostante i festeggiamenti degli amici più intimi di Torre del Greco ed i giudizi positivi degli addetti ai lavori, resta macchiata da un’indecisione che spinge la dirigenza partenopea a coprirsi le spalle rispolverando dalla lista degli svincolati il veterano Bucci.
UN FUTURO DAVANTI – A dispetto delle scarse attenzioni mostrate da alcune componenti societarie, in Nazionale e nella Primavera, il “Topolone” continua a strappare applausi ed elogi per le sue prestazioni autoritarie ed il micidiale istinto nei duelli dagli undici metri. In occasione della finale della “Slovacchia Cup” con la Nazionale Under18, Sepe si rende protagonista di un clamoroso exploit parando 5 rigori su 6 agli avversari croati e regalando il torneo ai suoi compagni. La sua ascesa prosegue senza limiti e, a suon di ottime prestazioni con la formazione guidata da Faustino, si è guadagnato una nuova chance in Nazionale con la selezione Under19. Per un settore giovanile che fatica a far emergere i propri talenti ed una prima squadra che conta tre portieri ultratrentenni (Iezzo, Gianello e De Sanctis) ed una scommessa fallita lasciata in prestito in Argentina a scaldare la panchina del River Plate (Navarro), Luigi Sepe deve necessariamente rappresentare uno dei futuri tasselli sul quale i partenopei devono scommettere con fermezza, lasciandogli il giusto tempo per maturare senza pressioni e con tanta fiducia. Senza esaminare troppe videocassette o prenotare improbabili biglietti aerei per il Sudamerica, sembra proprio che il Napoli si sia costruito in casa il portiere al quale affidare la propria difesa per gli anni a venire.
fonte: NapoliSport.net