Primo Piano

LA LEGA PRO LODA L’IMPEGNO DELLE DONNE CONTRO IL COVID-19

ROMA – La Lega Pro per l’8 marzo scrive a Doris Bia, infermiera di Cremona, un simbolo di cuore e coraggio, che un anno fa lasciò il ruolo di Assessore all’Ambiente, alla Cultura e allo Sviluppo Sostenibile del Comune di Gussola, in provincia di Cremona, per tornare in corsia all’ospedale Oglio Po.

LA BS FASANO SFORNA NUOVI TALENTI; LOMBARDI AL LECCE

FASANO (Brindisi) – Fasanese, ambidestro e dalle ottime capacità tecniche e tattiche: il giovane terzino Giovanni Lombardi non è sfuggito alla lente di ingrandimento del vivaio targato U.S. Lecce, ormai da anni “fidelizzato” alla fucina di talenti fasanese della BS Soccer Team Fasano.

I GIOVANISSIMI DELLA NUOVA ANDRIA VANNO FORTISSIMO

ANDRIA – Un altro week-end all’insegna del successo per i Giovanissimi della NUOVA ANDRIA Calcio. Inarrestabili per il gioco espresso e la capacità di esaltare ogni talento presente in rosa. La Juniores continua la serie positiva conquistando un buon punto a Bisceglie, mentre gli Allievi nonostante la sconfitta reagiscono con una bella prestazione al periodo nero che li vede protagonisti loro malgrado.

LA RETE DI PINARDI DECIDE TRA FERALPISALO’ E NOVARA

BRESCIA – Presso il campo sportivo “Aldo Pasotti” di Brescia, è andata in scena la gara d’andata dei quarti di finale play-off (campionato Berretti) tra FeralpiSalò e Novara. Gli azzurrini, guidati in panchina da Giacomo Gattuso, si sono trovati ad affrontare un avversario molto ostico e determinato, non a caso Campione d’Italia della scorsa stagione 2017-18 (e, proprio per questo, motivato a difendere il titolo).

INTERVISTA AD EMANULE TROISE DOPO LA VIAREGGIO CUP

BOLOGNA – E’ sicuramente il personaggio del momento Emanuele Troise, professione allenatore della Primavera del Bologna e protagonista del trionfo ai calci di rigore nella 71° edizione del Torneo di Viareggio. In una lunga intervista rilasciata a Tuttonapoli, l’ex calciatore del Napoli negli anni più bui della storia calcistica del club, ha parlato a tutto tondo del suo passato, ma anche di come è stato costruito il suo Bologna.

Ecco l’intervista:

D. – Come si sente un napoletano, cresciuto nel settore giovanile del Napoli, che ha appena vinto il Torneo di Viareggio alla guida del Bologna?
R. – “Oggi va un po’ meglio, ma ci è voluto del tempo per realizzare che abbiamo fatto qualcosa di straordinario per società e tifosi”. Emanuele Troise, anni 40, fa l’allenatore da quando ne aveva 33, un lavoro stupendo, che lo condurrà lontano, impreziosito dall’ultimo traguardo, un successo storico – ai rigori col Genoa – che l’ha travolto, colpito, anche stupito per com’è stato accolto: “Non mi aspettavo che la vittoria del Viareggio avrebbe suscitato così tanta gioia e felicità. Sui giornali – le sue parole in esclusiva a Tuttonapoli.net – ho letto di vittoria storica, abbiamo ricevuto i complimenti del presidente. Emozioni uniche”.

D. – Quando tutto è cominciato, nel 2016, sognava di vincere il Viareggio?
R. – “Sono partito dagli Allievi e non mi sono mai allontanato dall’obiettivo principale, ovvero la crescita dei ragazzi. Con la nuova riforma della Primavera, con promozioni e retrocessioni, s’è creata questa dinamica di andare a formare anche il risultato, ovviamente col giusto equilibrio e criterio. Vincere il Viareggio, per tanti motivi, è stata una gratificazione enorme”.

D. – Il Napoli, per il secondo anno consecutivo, ha deciso di non partecipare.
R. – “Ci sono sempre pro e contro. Per me, anche se qualcuno tende a sminuirla, resta una competizione molto importante, un’opportunità di confronto a livello internazionale. L’ho vissuto diverse volte con la Primavera del Napoli, una volta conquistammo anche una finale storica persa al Golden Gol col Torino. Noi, oltre alla vittoria finale, siamo stati anche fortunati perché abbiamo affrontato realtà forti come Bruges e Sporting Braga”.

D. – Che differenze ci sono tra il settore giovanile italiano di oggi e quello di venticinque anni fa?
R. – “In tre parole: è cambiato tutto. Io, personalmente, ho vissuto un bel periodo al Napoli. Ai miei tempi venne inaugurato il centro di Marianella, per noi giovani c’era la possibilità di allenarci tutti insieme in 3-4 campi, anche se distanti dal centro Paradiso. L’idea, all’epoca, era di puntare sui napoletani. Il responsabile di allora, Montefusco, ci teneva particolarmente. Molti di noi debuttarono in prima squadra. Oggi è tutto diverso: nel nostro campionato ci sono molti stranieri e si sono fatti pochi passi in avanti per centri sportivi e stadi. Ecco perché un giovane italiano fa più fatica ad emergere”.

D. – Come si educa un giovanissimo?
R. – “Bisognerebbe star di più coi ragazzi, conoscerli, capire le proprie esigenze. Purtroppo il tempo a nostra disposizione è sempre troppo poco. Questo vale per tutti, club e dirigenti, non solo per gli allenatori. Dalla nostra prospettiva, una delle funzioni principali è comprendere l’esigenza di quella determinata categoria. Banalmente: c’è differenza tra Giovanissimi, Allievi e Primavera. Ogni età ha la sua esigenza. Bisogna studiare, analizzare i ragazzi, entrare in sintonia con loro. In uno spogliatoio di ragazzi di 13 anni non puoi dire le stesse cose che dici ad uno di 15”.

D. – A Volla, per restare in tema, c’è la Emanuele Troise Academy.
R. – “L’idea era dei miei fratelli, un progetto al quale hanno voluto dare fortemente la mia immagine per segno di affetto e riconoscimento. Li sostengo, quando posso. Ma insieme abbiamo fatto un patto che stanno rispettando alla grande: il nostro obiettivo era fare poca selezione, a quello devono pensarci i club professionistici della nostra terra. La nostra priorità, dato che parliamo a bimbi di 8-9 anni, è quella di insegnare il divertimento, i veri valori della vita. Poi viene il calcio. Io sono partito da Montesanto, ciò che mi ha aiutato sono stati i valori che i miei insegnanti mi hanno trasmesso. Il calcio ti cambia la vita e non c’è bisogno di nascere in Svizzera per essere pronto”.

D. – Troise è sempre tifoso del Napoli?
R. – “Sempre. Napoli è dentro di me, squadra e città. Ho avuto la fortuna di crescere nel Napoli, di giocare per il Napoli e, recentemente, di lavorare anche per la nuova società. Nella prima stagione di Benitez, conoscendo Pecchia col quale avevo lavorato a Latina l’anno prima, avevo il ruolo specifico di analizzare la squadra avversaria che il Napoli avrebbe affrontato da lì a quindici giorni. Serviva una persona italiana che sapesse parlare lo spagnolo per affiancare Antonio Gomez e così ho vissuto una bellissima esperienza che mi ha fatto crescere”.

D. – E se il Napoli la richiamasse?
R. – “Mai dire mai, sarebbe un sogno. Ma di una cosa sono certo: voglio fare l’allenatore. A breve si concluderà il mio settimo anno, una stagione straordinaria”.

D. – Quali sono i riferimenti di Troise?
R. – “Seguo gli allenatori che sviluppano un calcio totale: Ancelotti, Klopp ma anche Sarri e Giampaolo. Ognuno ha la propria gestione, cambiano le fasi difensive o quella offensiva, ma in ognuno c’è il concetto di calcio totale al quale mi sento legato”.

D. – Da ex difensore: che giocatore è Koulibaly?
R. – “Ho avuto la fortuna di vivere il suo arrivo a Napoli. Era un difensore moderno, veloce, tecnico, bravo nel gioco aereo, ma la sua più grande fortuna è stata quella di incontrare Sarri, un allenatore maniacale che lo ha completato. Il difensore è soprattutto concentrazione: non basta avere le qualità, che sono innate. Se non sei concentrato, tutto il resto è relativo e spesso superfluo. Koulibaly non poteva trovare allenatore migliore di Sarri per esplodere definitivamente”.

D. – Messaggio ad Insigne: quanto è difficile giocare nel Napoli per un napoletano?
R. – “Molto difficile, troppo difficile. Per questo Insigne è un eroe. Ha dimostrato d’avere qualità da fenomeno nel gestire la pressione. Purtroppo, in grandi piazze, le critiche fanno parte del mestiere. Ne ha subite tante anche Totti alla Roma. L’importante è concentrarsi sul campo e Insigne lo sta facendo alla grande avendo conquistato la Nazionale e, ora, la fascia da capitano del Napoli”.

fonte: https://www.tuttonapoli.net

RAZZISTI? UNA BRUTTA RAZZA

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TORNEO IN BRASILE DAL 7 DICEMBRE. BOTTARO: “RINGRAZIO LE SOCIETÀ”

ROMA – Qualificata alla Fase Finale del Campionato Europeo 2017 dopo aver conquistato il secondo posto del girone, la Nazionale Femminile torna in campo nel prestigioso “Torneo Internazionale Manhaus 2016”, in programma nella città brasiliana dal 7 al 18 dicembre. Grazie alla disponibilità dei club e del Dipartimento Calcio Femminile della LND che hanno rinviato alcune gare del campionato di serie A,

LA JUNIOR LAVELLO NON VA OLTRE IL PARI CON IL PICERNO

LAVELLO (Potenza) – Nella decima giornata di ritorno del campionato allievi regionali, al “F Pisicchio” di Lavello si incontrano i locali della Junior Calcio Lavello e l’AZ Picerno. La partita si è conclusa con lo stesso risultato dell’ andata 1-1. Le reti tutte nella ripresa a Corrrado del Picerno risponde allo scadere Garripoli. Grossi problemi di formazione per Mister Alberti che, deve rinunciare a due pedine importanti della sua squadra Tummolo e Vaccaro ammalati. Il coach lavellese recupera i febbricitanti Caprioli, Scarcella e Lorusso costretti a giocare solo un tempo, per le loro non perfette condizioni fisiche e richiama dai giovanissimi per completare la rosa, D’Italia, Bavuso, Merra e Pallottino.

TORNEO ‘QUATTRO NAZIONI’: PAREGGIO CON LA SVIZZERA, NON BASTA PETAGNA

MEDA (Monza e Brianza) – Non basta il gol di Andrea Petagna, il secondo consecutivo messo a segno dall’attaccante dell’Ascoli dopo quello realizzato giovedì scorso a Osnabruck in occasione del successo sulla Germania, alla Nazionale Under 20, che al novantesimo e in superiorità numerica si fa raggiungere dalla Svizzera fallendo così l’aggancio in vetta alla Polonia nella classifica del Torneo ‘Quattro Nazioni’. A Meda Italia e Svizzera si studiano per la prima mezzora di gioco, con Verde e Gatto che sulle corsie esterne cercano di innescare Petagna, terminale offensivo nel 4-3-3 disegnato da Evani. Gli elvetici aspettano nella loro metà campo pronti a colpire in contropiede ed è da una ripartenza che nasce al 28’ la migliore occasione degli ospiti: Abreu si presenta tutto solo davanti a Falcone, ma calcia tra le braccia del portiere azzurro.

TORNEO ‘QUATTRO NAZIONI’: PAREGGIO CON LA SVIZZERA, NON BASTA PETAGNA

MEDA (Monza e Brianza) – Non basta il gol di Andrea Petagna, il secondo consecutivo messo a segno dall’attaccante dell’Ascoli dopo quello realizzato giovedì scorso a Osnabruck in occasione del successo sulla Germania, alla Nazionale Under 20, che al novantesimo e in superiorità numerica si fa raggiungere dalla Svizzera fallendo così l’aggancio in vetta alla Polonia nella classifica del Torneo ‘Quattro Nazioni’. A Meda Italia e Svizzera si studiano per la prima mezzora di gioco, con Verde e Gatto che sulle corsie esterne cercano di innescare Petagna, terminale offensivo nel 4-3-3 disegnato da Evani. Gli elvetici aspettano nella loro metà campo pronti a colpire in contropiede ed è da una ripartenza che nasce al 28’ la migliore occasione degli ospiti: Abreu si presenta tutto solo davanti a Falcone, ma calcia tra le braccia del portiere azzurro.